Pragelato

Il Comune è composto da parecchie frazioni e borgate ubicate prevalentemente sulla sinistra orografica della valle e disseminate su di un vasto e soleggiato bacino ai piedi dell'Albergian, sulla costiera Fraiteve — Assietta — Val Troncea. Il nome antico, Prata Gelata, gli proviene chiaramente dal suo clima piuttosto rigido, che rende i prati gelati per parecchi mesi all'anno.

Per secoli Pragelato fu la capitale della valle, a cui aveva dato il nome e che faceva parte del Delfinato. Fu anche il paese capoluogo dell'Escarton dell'Alta Val Chisone, che dal 1343 al 1713 fece parte della Repubblica degli Escartons.

Pragelato ha scritto importanti pagine di storia anche durante le guerre di religione, che misero a ferro e a fuoco queste vallate.

Oggi Pragelato è diventata un'importante e rinomata località turistica, un anfiteatro alpino con ottime attrezzature sportive, in cui d'inverno si praticano lo sci da discesa, il fondo e il pattinaggio, e dove d'estate è possibile soggiornare in mezzo a suggestivi monti e pinete di abeti e larici. All'interno del suo territorio si estende inoltre il Parco Naturale Regionale della Val Troncea, che oltre al suo ricchissimo patrimonio floristico e faunistico, può ancora documentare superbi esempi di architettura occitana nei centri di Laval, Troncea e Seytes, e può offrire suggestivi itinerari alle miniere del Bet. Fra le numerose chiese segnaliamo a La Ruà la parrocchiale dedicata all'Assunzione di Maria Vergine, fatta costruire da Luigi XIV, in località Villini è stato recentemente costruito un Santuario dedicato alla Madonna delle Nevi. Caratteristici e rinomanti anche i suoi prodotto enogastronomici: il miele, le marmellate, i distillati da erbe, fiori e radici. Ricco e importante il costume tradizionale femminile, di cui si trova un'ampia documentazione nel Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine.

Ottime le attrezzature e gli impianti sportivi che hanno rapidamente portato Pragelato al livello dei più noti centri sciistici dell'intero arco alpino.

Come raggiungere Pragelato

In auto

dalla Tangenziale di Torino imboccando, a Stupinigi, la Strada Statale n° 23 del Sestriere (km 50 da Torino), oppure l'autostrada di recente costruzione per Orbassano-Volvera. La Val Chisone è anche facilmente accessibile dalla Francia attraverso il colle del Sestriere, utilizzando il valico del Monginevro o il traforo autostradale del Frejus (km 50 da Briançon);

In autobus

autolinee di bus con numerose corse giornaliere da Torino via Pinerolo e con una corsa giornaliera dalla Francia Briançon - Gap - Marsiglia e Briançon - Grenoble;

In treno

avvalendosi della linea Torino-Pinerolo; a Pinerolo coincidenze con le autolinee di bus;

In aereo

con scalo all'aeroporto di Torino-Caselle, distante circa 60 Km. Le Autolinee di bus garantiscono i collegamenti interni alla Valle con più corse giornaliere.

UN PO' DI CURIOSITA'

L'occitano provenzale alpino

L'occitano alpino, una variante della lingua d'Oc parlata nella Francia meridionale che affonda le radici nella lingua trobadorica del XVI sec. era un tempo la comune matrice linguistica di tutta la popolazione delle valli. Durante il Medioevo era conosciuto in buona parte dell'Europa, poi progressivamente diventò un 'dialetto' orale e di conseguenza soggetto a numerose varianti locali. Attualmente l'area italiana di diffusione della lingua interessa una corona di valli comprese tra la pianura piemontese e le Alpi Cozie e Marittime. Dobbiamo però arrivare alla fine degli anni '50 per assistere allo sviluppo di studi sulle peculiarità etno-linguistiche, e avere la nascita dei primi movimenti che si propongono di sviluppare l'interesse per l'Occitania italiana.

Recentemente è stato aperto uno sportello linguistico presso il Comune di Pragelato.

Costume femminile di pragelato

L' origine di questo costume, assai vario e ricco, è antica, anche se non esiste alcun riferimento storico autentico, ma soltanto documenti iconografici e fotografici dell' ottocento; esso varia in preziosità e composizione e diventa sontuoso o modesto a seconda dei giorni e delle occasioni. Il capo più caratteristico è la cuffia che, vista dal retro, ha la forma di un ventaglio aperto ed è ornata con nastri, di seta e velluto. Internamente ha un'anima di carta consistente, all'esterno è in tessuto variopinto damascato di seta o cotone, in organza o tela.

Esistono vari tipi di cuffia: la toque , ornata con nastri di seta e velluto, che viene usata tutti i giorni: a colori vivaci per i giorni festivi, nera o comunque scura se da lutto; la barette,simile alla precedente, che viene indossata solo nelle grandi occasioni: è in organza azzurrata ricamata e ornata di pizzi lavorati al tombolo, oppure in tela di lino senza alcun ornamento, se usata in caso di lutto. La barette bòse più bassa ed appiattita, che è indossata dalle giovani.

L'abito, la robbe, è di lana o di cotone e di colore scuro; è composto da corsetto e sottana, con maniche ampie arricciate sulle spalle e polsini ornati con bordi di velluto che aumentano se l'abito è da cerimonia. Lo scialle, il moutsau, è piegato in diagonale e fermato posteriormente da uno spillo, incrociato sul petto e fissato con il nastro del grembiule. Anche lo scialle varia a seconda delle circostanze in cui viene indossato e di solito è abbinato al colore del grembiule: è di seta, di lana, di cotone, con o senza frange e di colori diversi. Il grembiule, il foudìël, è in seta lana o cotone, variamente colorato e fissato in vita con una fettuccia, che alla fine viene ricoperta da un nastro policromo. Le calze sono lunghe e nere, le scarpe anch'esse nere. La croce d'oro, le croû, è il gioiello più importante e simbolico: può essere martellata o a griglia, con la figura di Cristo in rilievo, e fissata su un nastro di velluto che cinge la gola, ornata da un altro monile in oro, o smalto, e da una spilla.

Anche le bambine avevano un costume simile a quello delle donne. Un vestito, un grembiulino con le maniche corte e la barette bòse con nastri vivaci multicolori.

Costume maschile di pragelato

Il costume maschile, ormai andato perso ed usato soltanto in rare occasioni speciali, era molto sobrio, senza fronzoli o fregi: camicia di tela ruvida di canapa tessuta in casa; panciotto di lana scura a doppio petto, il capo più rappresentativo; giacca con bottoni vistosi; pantaloni di panno o fustagno, sostenuti spesso da una fusciacca, a volte lunga fino ai piedi, a volte solo fino al polpaccio; calzettoni lunghi di lana bianca legati sotto le ginocchia; calze pesanti di lana; scarpe chiodate o zoccoli e cappello di feltro a falda larga.

Era un tipico abbigliamento delle regioni di confine frequentate dai pragelatesi durante il periodo dei lavori stagionali. Lo sposo indossava la sciarpa di colore identico a quello della moglie.

Musei

In Pragelato potete trovare questi musei:

Museo del costume e delle tradizioni delle Genti Alpine (Rivet)
Museo Costume

Un primo allestimento, temporaneo e provvisorio, del Museo venne realizzato nel 1997, in occasione dei mondiali di sci alpino. L'anno seguente, nell'agosto del 1998, il Museo venne aperto al pubblico nel borgo vecchio di La Ruà.

Nel dicembre del 2002, il Museo del Costume e delle Tradizioni delle genti alpine riapre nella nuova sede, appositamente acquistata e restaurata dall'amministrazione comunale, in Borgata Rivet.

Nei suggestivi spazi dell'ultracentenaria casa il Museo, punto di ricerca dell'identità culturale di Pragelato e della valorizzazione del costume e della lingua, raccoglie una serie di oggetti d'uso quotidiano, in casa e sul lavoro, presentati in differenti ambienti: la stalla, la cucina, la camera da letto, il fienile, la cantina e il caratteristico "croutin".

Ambienti dove si respira il passato e si rivivono scene di vita quotidiana ad esso legato, la laboriosità della gente di montagna e la sua vitale propensione alla vita comunitaria. Ambienti che accolgono anche la biancheria per la casa, gli abiti da lavoro e per i giorni di festa nonché l'intera collezione di antichi e ricchi costumi.

Gli abiti e i costumi pragelatesi hanno assunto le loro attuali caratteristiche e forme attraverso la progressiva sovrapposizione della cultura savoiarda francofona alla preesistente cultura escartonese francofona - provenzale - alpina.

L'evoluzione maggiore avviene nel XIX secolo: stoffe più leggere in cotone, nastri, pizzi e ricami hanno colorato e arricchito l'austero costume montanaro. Particolarmente ricco è poi il corredo di accessori e gioielli in oro: spille, orecchini e, soprattutto, croci.

Il Museo sarà anche il punto di partenza dei percorsi diretti alle suggestive e caratteristiche frazioni, con i forni per la cottura del pane, le antiche fontane e le meridiane: veri e propri itinerari culturali alla riscoperta della saggezza antica.

Museo e Sentiero Etnobotanico del Parco della Val Troncea
Museo naturalistico Val Troncea

Attorno alla sede del Parco, il sentiero etnobotanico consente di osservare e imparare a riconoscere 28 specie di alberi ed arbusti diffusi nel territorio di Pragelato. All'interno del Museo sono esposti dei pannelli che illustano il Parco, i suoi ambienti , i suoi boschi, le forme del paesaggio ed infine la sua archittettura tradizionale e la sua storia. Al centro della sala un grande dipinto delle montagne della Val Troncea fa da sfondo ad alcuni animali imbalsamati. La visita al Museo e al Sentiero Etnobotanico è gratuita.

Chiese

Sul territorio sono presenti molte chiese:

Allevè

Cappella dedicata a Nostra Signora delle Nevi. La cappella originale fu costruita nel 1772 con il denaro offerto da Mr. De Courten Maggiore del reggimento di Kolbremant al servizio di Casa Savoia per dimostrare la loro devozione. Essendo questa cappella sempre molto umida, nel 1855 gli abitanti ottennero il permesso di venderla e di costruirne una nuova che nel 1857 fu eretta ente morale da Sua Maestà Vittorio Emanuele.

Casa Alpina Don Barra

Santuario di architettura contemporanea costruito nel 1959 su progetto dell'arch. Chiappini e dedicato alla Madonna delle Nevi, con opere dello scultore Enrico Manfrini, tra cui il Cristo.

Casa Alpina G.B. Guigas

Cappella di architettura contemporanea, situata nel cortile della Casa Alpina Guigas. Da Qualche anno è tradizione che la messa per la festa della frazione Grange sia celebrata in questa semplice cappella.

Chezal

Nel 1843 Giuseppe Lantelme a nome di tutti gli abitanti del villaggio chiese al vescovo di Pinerolo l'autorizzazione a costruire una cappella dedicata al Santo Cuore di Maria che fu benedetta nel 1852. Da notare il campanile a vela.

Chiesa della Visitazione

Chiesa parrocchiale in Sestriere Borgata.

Chiesa Parrocchiale di San Luigi IX

La chiesa fu costruita per volontà del re Luigi XIV di Francia; fu inaugurata il 25 agosto 1689 e dedicata a san Luigi IX. Il 25 agosto da allora è la festa patronale di Fenestrelle.

Duc

La cappella originaria fu eretta nel 1751 per volere di Matteo Villot nativo della borgata e dedicata alla Natività di Maria Vergine. Nel 1797, i famigliari, temendo che la cappella cadesse in rovina, l'offrirono alla popolazione della borgata. Nel 1803 la cappella venne ricostruita a spese degli abitanti. Essa fu interdetta al culto dal 1845 al 1873 a causa dell'umidità che la rendeva insalubre. Da notare l'imponente campanile a vela.

Grand Puy

La chiesa, dedicata a S. Giovanni Battista, fu voluta da Carlo Emanuele III (1739). L'incendio che distrusse quasi totalmente l'intera frazione il 20 gennaio del 1924, danneggiò solo una parte del tetto della chiesa, sopra l'abside. Il rifacimento del tetto (1991) è avvenuto con l'intervento del Comune di Pragelato. Presenta un bel porticato antistante l'ingresso. Le decorazioni interne di Vecchiato sono del 1995 e sono caratteristiche le vetrate artistiche raffiguranti scene religiose. L'oggetto di maggior pregio è l'icona di S. Giovanni Battista del 1739, opera del pittore Botto, posta sopra l'altare. La chiesa conserva anche una reliquia di S. Giovanni Bosco. Nel 1993 è stato collocato sulla torre campanaria, a cura degli abitanti, un orologio elettrico.

La Ruà

Quella dell'Assunzione di Maria Vergine è una chiesa del tardo Seicento voluta dal Re Sole. Dell'edificio originario rimangono il dossale dell'altare maggiore corrispondente al progetto del Debordes; il complesso tabernacolo a due livelli simile a quelli di Grenoble e dedicato a S. Francesco di Sales, il fonte battesimale, l'acquasantiera e un confessionale con i gigli di Francia. Da segnalare un'icona nell'altare maggiore del Du Pour (1700) e altre due negli altari laterali dipinte da Alessandro Vacca. La chiesa parrocchiale sotto il titolo di "S. Maria Assunta" serviva in principio tutta l'alta Val Pragelato. Le pitture attuali della chiesa vennero eseguite nel 1902 per iniziativa del parroco don Samuel. Il campanile costruito nel 1837 è fornito di tre campane; l'orologio del campanile venne realizzato nel 1906 con offerte della popolazione. Di realizzazione recente(1968) le attuali vetrate della chiesa raffiguranti i S.S. Sacramenti. L'altare rivolto verso il popolo, è opera del signor Guido Ronchail, scultore in legno, e rappresenta l'Ultima Cena (1980).

Laval

La chiesa di San Giacomo Maggiore fu costruita nel 1686 per ordine di Re Luigi XIV, per permettere ai nuovi convertiti alla religione cattolica di professare il proprio culto. Fu eretta in Parrocchia nel 1698. Nel 1711 e nel 1755 la Chiesa e la casa curiale furono spazzate via da una valanga ma vennero ricostruite nel 1758 su progetto dell'ingegnere Garilliet di Pinerolo a spese del re Carlo Emanuele III. Nel 1944 la Chiesa e la casa curiale vengono gravemente danneggiate da un incendio appiccato dai tedeschi per distruggere i rifiuti partigiani, e restaurate nel 1948 - 1949 a cura del Genio Civile.

Parrocchia S. Edoardo

La Chiesa di Sant'Edoardo, a Sestriere, fu voluta da Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, in memoria del figlio Edoardo, morto in un tragico incidente aereo nel 1935. Progettata da Vittorio Bonadè-Bottino in stile pseudo-romanico e costruita in gneiss dioritico, ha un portale in bronzo massiccio di Arturo Dazzi; nell'interno di trovano un Crocifisso e un'Addolorata scolpiti in marmo da Edoardo Rubino, una statua di Sant'Edoardo in porfido rosso ed una Via Crucis in bronzo dorato di Francesco Messina, ed una statua della Vergine dell'Accoglienza di Tonino Scuccimarra.

Souchères Basses

La chiesa dedicata al Santo Nome di Maria è del 1735. Da segnalare due pregevoli meridiane di Zarbula del sec. XIX.

Traverses

L'antica chiesa di San Lorenzo esisteva gia nel 1494 intitolata prima a Santa Maria delle Grazie e più tardi a Nostra Signora della Visitazione. Dal 1560 circa al 1685 venne usata come Tempio Valdese. Nel 1688 venne ricostruita. per volere di Luigi XIV e intitolata a San Lorenzo. Tra il 1790 e il 1800 fu costruita la volta. Nel 1842 fu sopraelevato il campanile su progetto dell'architetto Bianchi delle Fortificazioni Militari di Fenestrelle. Nel 1889, a cura del parroco Giovanni Battista Lantelme fu restaurato l'interno della chiesa con affreschi del Gennaro e la decorazione del Felli. All'interno si può notare uno stemma dei Delfini di Vienne.

Sono originari il portale e il pulpito, un'icona del Du Four, ora senza retablo, un'acquasantiera, il fonte battesimale, il tabernacolo dello scultore Bertet, la cantoria e un dipinto su tela con S. Giacomo Maggiore (1763) siglato N.L.M.

Villardamont

Fu costruita nel 1753 dalla popolazione della borgata con l'aiuto di Carlo Emanuele III e fu intitolata alla Natività si San Giovanni Battista. Deterioratasi nel corso degli anni fu sostituita nel 1854 da una nuova Cappella su progetto dell'architetto Giovanni B.Carlin di Oulx commissario delle fortificazioni.

Attività Sportive

E' possibile svolgere diverse attività sportive, tra cui:

Escursionismo

Escursionismo

La via alle miniere

Val Troncea - Pragelato

 

Troncea 1915 m - Colle dell'Arcano 2781 m - Piano del Bel- Colle del Bel 2786 m - Miniere della" Stazione di Monte " 2623 m - Troncea 1915 m.

 

Raggiunto con la rotabile che parte da Traverse, il piccolo villaggio di Troncea si lascia la vettura nel parcheggio. Di qui ci si incammina lungo la mulattiera lastricata (EPT 320) del Colle del Bet che, fino al 1902 (anno di costruzione della teleferica che univa le miniere alla Fonderia della Tuccia, nei pressi di Lavai), veniva utilizzata per il trasporto del minerale a dorso di mulo. Subito ci si inoltra in una splendida foresta di larici e, dopo otto ripidi tornanti, si raggiunge una radura posta ai piedi di Roccia Courba ove ha termine la vegetazione arborea. Il largo sentiero si inerpica su un costone piuttosto ripido fino ad incontrare un piccolo rudere in muratura che costituiva un'antica fornace (Forni di San Martino, in località La Salette 2320 m) in cui il minerale veniva liberato dalle scorie solforose allo scopo di essere alleggerito per il trasporto. A questo punto si aggira la costruzione e ci si inoltra, seguendo uno strettissimo viottolo nel piccolo valloncello che culmina con il Colle dell'Arcano. Qui convergono due importanti sentieri provenienti rispettivamente dal Colle del Pis, attraverso il Colle del Bissone (EPT 215), e da Balsiglia per il vallone di Massello (EPT 217). Imboccato il percorso che scende a serpentina sulla morena posta al di sotto del passo su cui ci troviamo, lo si tiene fino al termine della pietraia, perdendo circa 150 m di quota, per incontrare poi un altro sentiero sulla destra che, invece di scendere nel vallone, segue il costone corrugato della P.del Bet superando un verde pianoro cosparso di interessanti rocce montane, evidenti residui dell'era glaciale. Questo tratto si snoda tra le moli imponenti dei monti: Albergian 3047 m, Pelvo di Massello 2803 m e Ghinivert 3037 m, offrendo un panorama di prim'ordine soprattutto nel momento in cui si vengono a fiancheggiare alcuni bellissimi laghi glaciali (laghi del Bet) caratteristici per il loro intenso colore blu. Non distante, una breve rampa porta al Colle del Bet su cui è ancora visibile il rudere di una costruzione in muratura che costituiva la stazione di partenza della teleferica usata per il trasporto del minerale. Anche da questo valico è possibile godere di un'ottima vista sui gruppi della Rognosa di Sestriere, degli Ecrins e del Moncenisio, mentre eccezionalmente, in lontananza, nelle belle giornate sbucano il Bianco, il Rosa ed il Gran Paradiso. Di qui un evidente sentiero (EPT320, già seguito fino ai Forni di San Martino) conduce sulla sottostante morena, ove si aprivano i cantieri di estrazione denominati "Stazione di monte". Dalla miniera, seguendo la mulattiera dei minatori da noi parzialmente utilizzata, si può rapidamente far ritorno ai Forni di San Martino e di qui, lungo la via già descritta, a Troncea.

 

        Tempo di percorrenza: ore 4,40

Mountain Bike

La Val Troncea
Partenza e arrivo: Pragelato 1530 m

Da Pragelato si segue la sterrata che, attraversato il Chisone, sale alle grange Gemignan (1854 m). Da qui si attraversa con un sentiero verso Joussaud e Laval alle porte del Parco Naturale Val Troncea. Nel Parco l'accesso alle MTB è regolamentato. Si scende con la strada nel primo tratto sterrato verso Traverses e Pragelato. 

Sci di fondo

Natura incontaminata, silenzio... immersa nella bellezza del Parco Naturale della Val Troncea la pista si snoda lungo il fondovalle, offrendo la possibilità di vivere a fondo la montagna.
Gli appassionati di sci di fondo possono scegliere tra sette percorsi che, con diversi chilometraggi, si inoltrano in paesaggi di toccante bellezza, alcuni dei quali all'interno del Parco naturale della Val Troncea: 1° anello Km.2; 2° anello Km.3, 3° anello Km.5, 4° anello Km.7.5, 5° anello Km.8, 6° anello Km.10, 7° anello Km.15.

Racchette da neve

ITINERAIO N°1:  Pragelato, Gran Puy, Pragelato

Luogo di partenza: Pragelato

Accesso in auto: da Pinerolo percorrere la SS 23 fino a raggiungere Pragelato dove si lascia l'auto in prossimità del locale pubblico 'il Baretto'

Il percorso inizia dall'abitato di Pragelato seguendo l'indicazione stradale per la borgata Gran Puy che si trova proprio di fronte il 'Baretto'. Questa prima parte può essere percorsa in auto fino al limitare della pineta, posta alle spalle dei nuovi insediamenti abitativi (circa 250-300 m di strada) e prima di un ponticello. In assenza di neve si può proseguire, sempre in auto, per circa 3 chilometri fino a raggiungere il 4° tornante dove si evidenzia sulla sinistra, una comoda strada forestale che conduce ad un ampio pianoro (circa 2000m di quota) al di sopra del Gran Puy. Per il rientro, si svolta a destra seguendo l'itinerario n° 2 delle 'Ciaspole', scendendo rapidamente fino al Gran Puy, da cui si riprende la carrozzabile che conduce al punto di partenza.

- Dislivello: 450 m 
- Tempo di percorrenza: ore 2
- Difficoltà: facile 
- Periodo consigliato: dicembre - marzo  

 

ITINERARIO n° 2: Pragelato, Gran Puy, Alpe Giarasson, Pragelato

Luogo di partenza: Pragelato

Accesso in auto: : da Pinerolo percorrere la SS 23 fino a giungere a Pragelato dove si lascia l'auto sulla piazza principale.

questo itinerario, un po' più impegnativo, inizia dalla piazzetta del Municipio di Pragelato. Dal centro del paese di Ruà, si svolta a destra in prossimità del vecchio forno, subito dopo, a sinistra si imbocca la mulattiera che conduce al Gran Puy. Qui giunti, imboccare il sentiero n° 2 delle 'Ciaspole' fino a al raggiungimento del vasto pianoro a circa 2000m di quota. Voltare a sinistra per la pista forestale contrassegnata con il n° 1 'Ciaspole' fino ad incontrare e seguire la deviazione che, sulla destra, conduce all'Alpe Giarasson (2124m) raggiungibile con il sentiero n° 2 delle 'Caspole'. Il ritorno si svolge per l'itinerario di salita fino all'incontro con la pista forestale proveniente dal pianoro, attraversarla e proseguire sul sentiero n° 2 fino al Gran Puy. Di qui ripercorrere il sentiero usato per la salita. N.B. chi ritenesse troppo faticoso o impegnativo percorrere l'itinerario complessivo può, a suo piacimento, arrivare fino alla borgata del Gran Puy che offre uno splendido scenario e tornare per la stessa via della salita.

- Dislivello: 700 m 
- Tempo di percorrenza: ore 3-4
- Difficoltà: facile 
- Periodo consigliato: dicembre - aprile

 

ITINERARIO n° 3: Pragelato, Fraisse, Pragelato

Luogo di partenza: Pragelato

Accesso in auto: : da Pinerolo percorrere la SS 23 fino a giungere a Pragelato dove si lascia l'auto presso il villaggio Kinka.

il percorso inizia nei pressi del villaggio Kinka e del maneggio e, dopo avere attraversato il torrente Chisone, svolta decisamente a sinistra imboccando la strada che sale sensibilmente in direzione Fraisse. Dopo circa 15 min. si raggiunge un bivio dal quale si dipartono due strade: avviarsi per quella di sinistra e proseguire in discesa superando sulla destra la borgata Souchères Basses. Dopo un lungo pianoro a fondovalle si arriva a Fraisse. Per il ritorno si ripercorre il pianoro di fondovalle fino a poche centinaia di metri da Souchères Basses; seguire l'indicazione '3' che , piegando a destra, sviluppa il percorso attraverso l'abitato di Souchères Basses per poi ricollegarsi 'a monte' con l'itinerario utilizzato per l'andata

- Dislivello: 700 m 
- Tempo di percorrenza: ore 3
- Difficoltà: facile 
- Periodo consigliato: dicembre - aprile

 

ITINERARIO n° 3/b: Pragelato, Prà da Mont, Pragelato

Luogo di partenza: Pragelato

Accesso in auto: : da Pinerolo percorrere la SS 23 fino a raggiungere Pragelato dove si lascia l'auto presso il villaggio Kinka.

il percorso inizia nei pressi del villaggio Kinka e del maneggio e, dopo avere attraversato il torrente Chisone, svolta decisamente a sinistra imboccando la strada che sale sensibilmente in direzione Fraisse. Dopo circa 15 minuti si raggiunge un bivio dal quale si dipartono due strade: proseguire a destra in salita percorrendo la bella strada forestale, superare il caratteristico sito dove 'trionfa' una bella sorgente debitamente attrezzata dai 'forestali' e dirigersi verso Prà da Mont (bergerie raggiungibili dopo 45 minuti di cammino) attraverso una bella foresta di larici, al cospetto del monte Albergian. Per il rientro, o si ripercorre l'itinerario di salita, oppure si abbandona questo percorso e si segue il sentiero n° 3 che si sviluppa sulla sinistra del pianoro delle bergerie. Giunti al bivio, quasi al termine della discesa, voltare a destra sempre seguendo l'itinerario n° 3 per raggiungere la località di partenza.

- Dislivello: 800 m 
- Tempo di percorrenza: ore 3,30/4
- Difficoltà: facile 
- Periodo consigliato: dicembre - aprile

 

ITINERARIO  n° 4: Pragelato, Rif, Allevè, Grange, Pragelato

Luogo di partenza: Pragelato

Accesso in auto: : da Pinerolo percorrere la S.S. 23 fino a Pragelato e parcheggiare l'auto in prossimità del bar 'Il Baretto'.

seguire l'itinerario per il Gran Puy e l'indicazione 'Ciaspole 4' che si trovano di fronte al bar e dirigersi verso la pineta alle spalle delle ultime abitazioni del paese da dove, sulla sinistra, inizia l'itinerario di salita con l'indicazione n° 4. Il percorso si sviluppa dapprima per ampi e ripidi pendii e poi si inoltra in una bella zona boscosa per raggiungere la borgata diruta del Rif. Dall'ultima casa della borgata, dirigersi a sinistra seguendo attentamente le indicazioni '4', che attraverso alcuni pendii piuttosto ripidi conducono alla strada forestale che si trova 'a monte' del Rif. Da qui il percorso si fa pianeggiante ed in discesa fino a raggiungere la bella borgata di Allevè. Dal centro della borgata (fontana), inserirsi leggermente sulla sinistra sul sentiero 'Ciaspole 4' in direzione Grange di Pragelato, dove termina il percorso. Dopo pochi minuti di strada asfaltata si raggiunge il punto di partenza.

- Dislivello: 450 m 
- Tempo di percorrenza: ore 3-4
- Difficoltà: facile 
- Periodo consigliato: dicembre - marzo 

 

I PERICOLI

Caduta di pietre

Si manifesta soprattutto dove la roccia è friabile e soprattutto in alta montagna, nelle giornate più calde o nelle ore più calde della giornata. E' sempre un fenomeno pericolosissimo, sia che si tratti di sporadiche cadute di piccoli sassi sia nel caso di frane di grandi dimensioni. Per prevenirle: evitare di attraversare i canaloni nelle ore più calde. Non sostare alla base delle pareti.

Valanghe

Consigli: evitare di mettersi in marcia subito dopo una precipitazione con oltre 30 cm di neve fresca, oppure tenersi lontano da pendii potenzialmente valangosi procedendo sulle dorsali anziché nel fondovalle, tenersi alla larga dai pendii che superano i 28° evitando di passare alla loro base o peggio ancora attraversarli diagonalmente.

E' necessario sempre informarsi prima di mettersi in marcia al Tel. n° 011.3185555 e presso l'Ufficio turistico di Pragelato Tel. 0122.78844. 

Valutazione pericolo valanghe

  1. pericolo debole locale di valanghe e lastroni: su pendii ripidi, sotto le creste e sottovento
  2. pericolo medio locale di valanghe a lastroni: scegliere gite non impegnative; evitare i pendii di neve accumulata dal vento
  3. pericolo generale di valanghe: evitare tutti i pendii ripidi e il 'fuoripista'
  4. grande pericolo generale di valanghe: non fare gite
  5. situazione catastrofica.
Scuole di sci discesa - fondo

Via Wembach Hahn 10060 Pragelato (TO) Tel 0122.78960

La Scuola di Sci è dotata di maestri che hanno acquisito la specializzazione per l'insegnamento del Surf da neve e della tecnica di discesa e di fondo per portatori di handicap

Sci club Valchisone (fondo e telemark)

Vai Roharbach Fraz. Plan Tel. 0122.741107

valchisone.scinordico@infosys.it
www.sciclubvalchisone.it

Prodotti e piatti locali

Lista di prodotti locali con ricette:

Cagliette - Calhëtte

Storia
Piatto antichissimo della nostra cucina varia nella sua composizione da paese a paese, preparato con ingredienti poveri come le patate e le cipolle.
In alcune zone vengono preparate con prevalenza di carne, in altre con prevalenza di patate. Un tempo veniva utilizzata la farina di grano saraceno (granét). Il nome di questo piatto deriva dalla forma particolare dei gnocchetti che ricordano il fuso usato un tempo per filare la lana.
Le calhëtte venivano condite con sugo di selvaggina, funghi o erbe.

Ricetta dell'Alta Val Chisone

Ingredienti

Tempo di preparazione: 15' per impasto, 1 h per cottura

  • 12 patate di Pragelato
  • 1 cipolla
  • 100 g di pancetta
  • 2 uova
  • un po' di farina
  • un po' di grissini sbriciolati.

Preparazione

Grattugiare circa 12 patate e spremerle in un canovaccio fino ad eliminazione completa dell'amido, aggiungere il soffritto di cipolla e pancetta, 2 uova e un po' di farina.
Aggiungere al composto i grissini sbriciolati. Con il cucchiaio fare delle palline, infarinarle e farle bollire in acqua salata per circa 1 h. Servire lâ Calhëtta calde e abbinate a della selvaggina.

Gofri

Il gofri è una speciale 'cialda' tipica dell'Alta Val Chisone che viene preparata direttamente sul posto soprattutto durante le feste di paese. E' uso cuocerli su piastre di ghisa (le gofriere) scaldate direttamente sul fuoco. A piacere farcire il gofri si può farcire con marmellata, miele, cioccolata, prosciutto, salame o formaggio.

Ingredienti

per 20 gofri

  • 1 kg. di farina ogni 2 litri d'acqua
  • poco sale
  • 1 bustina di lievito di birra o lievito chimico
  • lardo per ungere la padella.

Ricetta

Le ricette sono numerose e nascondono talvolta dei segreti, questa è una delle possibili ricette raccolte in Alta Val Chisone. Preparare una pastella con farina, acqua, sale e lievito e lasciarla lievitare almeno 3 ore. Per non fare aderire l'impasto alla piastra, occorre ungerla con del lardo.
Versare circa un mestolo di pastella sulla piastra di ghisa calda rigirandola velocemente ed estrarre la cialda dopo pochi minuti.

La “Glôre” di patate

La glôre a talhioun

Ingredienti

per 4 persone

  • 1 kg di patate
  • 1/4 lt. di latte
  • 1/2 cipolla affettata finemente
  • qualche cucchiaio di panna liquida (facoltativo), una foglia di alloro, sale.

Ricetta

Sbucciate le patate, lavatele accuratamente, asciugatele e tagliatele a fettine dello spessore di 1/2 cm. circa. Preparate sul fondo della teglia uno strato di patate, poi cospargete un po' di cipolla affettata, nuovamente uno strato di patate a fettine, ancora cipolla e ancora patate.
Bagnate abbondantemente con il latte, salate, inserite, se lo desiderate, una foglia di alloro e terminate con la panna. Cuocere in forno preriscaldato a 180°, per 40 minuti circa; deve essere ben dorata in superficie e gusterete un'ottima 'glôre a talhioun', che accompagna deliziosamente arrosti, spezzatini e carni in genere cucinate con sugo.

La glôre grattà

Ingredienti

per 4 persone

  • 1 kg di patate (possibilmente a pasta gialla, che non diventano scure grattugiandole)
  • 1/2 lt. di latte intero
  • 1/2 cipolla affettata finemente
  • 1/2 etto di pancetta normale o coppata, tagliata a pezzettini fini
  • olio
  • 1 uovo intero
  • sale.

Ricetta

Sbucciate le patate, lavatele accuratamente, asciugatele. Preparate un soffritto con l'olio, la cipolla, aggiungendoci solo in ultimo la pancetta tagliata a pezzetti molto fini.
Mentre il soffritto si prepara, grattugiate le patate con l'apposita grattugia a fori piuttosto grossi (attenzione alle dita!!) , aggiungete l'uovo precedentemente sbattuto, salate, versateci il soffritto, mescolate aggiungendo latte. Sistemate il tutto nella teglia, il composto deve essere piuttosto liquido perché cuocendo tende ad asciugarsi. Il tempo di cottura è di circa 1 ora in forno preriscaldato a 220°; il piatto deve essere ben dorato al momento dell'uscita dal forno.

Miele

A Pragelato esiste il CONSORZIO APICOLTORI PRAGELATO (Cell. 3480084355), che ha l'obiettivo di valorizzare e difendere il miele di Pragelato.

L'Associazione inoltre si occupa della produzione e vendita del miele di Pragelato.
Il consorzio che la gestisce riunisce una quindicina di apicoltori locali che producono un ottimo miele di millefiori. Il miele è un prodotto prezioso nutriente, energetico e curativo: un tempo era consumato unito al burro, come antipasto stimolante e naturale, nel latte o come ingrediente nei dolci.
Nelle nostre valli il miele vanta un'antica tradizione ed una certa rinomanza, se ne ha notizia fin dal '700: il più noto è il millefiori di Pragelato.

Pilot

Ingredienti

per 4 persone - Tempo di preparazione: 15' per l'impasto, 5 per la cottura

  • 8 patate grosse di Pragelato
  • 1l di latte
  • 100 g di pancetta
  • 2 uova 1 cipolla
  • 3 hg di farina

Preparazione

Grattugiare le patate e scolarle dall'amido; soffriggere: le cipolle e la pancetta in padella per circa 10 min. Aggiungere alle patate grattugiate il latte, 2 uova, la farina e il soffritto di cipolla, amalgamare il tutto fino ad ottenere un buon composto, non deve rimanere troppo solido.
Fare friggere in olio bollente l'impasto a cucchiaiate per formare delle frittelle di piccole dimensioni.
Servire i 'pilot' ben dorati e accompagnati con lardo o prosciutto crudo.